Ciclocross

è il tempo delle foglie morte , è il tempo del ciclocross

03-11-2023 - E allora avanti tutta ! Non solo gli atleti èlite ma anche molti appassionati hanno già indossato il numero, la stagione appena iniziata offre fin da subito frequenti occasioni per competere e il mio primo consiglio è quello di affrontare le gare con la giusta preparazione altrimenti si rischia di vivere un incubo ….

Come ben sappiamo affrontare una competizione di ciclocross non è per niente una passeggiata, motore a palla, carrozzeria costantemente sotto stress, impegno neuromotorio altissimo per sostenere una guida altamente tecnica, insomma, un’ora circa full gas !

Ecco perché è importante affrontare tutto ciò conoscendone i requisiti necessari, consapevoli di essere all’altezza non solo ai fini della ricerca del risultato ma soprattutto per la salvaguardia della propria salute.

Prima di parlare del grande impegno richiesto sotto l’aspetto fisico e metabolico, è opportuno fare una parentesi riguardante l’aspetto tecnico.

Il ciclocrossista è costretto a frequenti variazioni di ritmo dovuti a ripetuti cambi di pendenza su circuito multi lap e nel contempo si trova ad affrontare ostacoli sia naturali che artificiali dove spesso è costretto a scendere e risalire sul mezzo.



Di conseguenza anche la velocità del passo-gara varia con grande frequenza e in maniera repentina per cui la giusta scelta dei rapporti diventa determinante per esempio nei rilanci durante le uscite dalle curve, nelle accelerazioni improvvise dettate dalle dinamiche dei concorrenti oppure nel momento in cui si risale sulla bicicletta.

Perciò le abilità di guida ma anche le scelte tecniche sui dettagli della bicicletta (pressione dei pneumatici per esempio) si rilevano aspetti fondamentali.

Passiamo quindi agli aspetti organici:

dal punto di vista metodologico consiglio, dopo aver costruito in precedenza uno "zoccolo aerobico" solido, di lavorare con sedute molto specifiche intaccando metabolismi anaerobici e abituandosi ad una tolleranza lattacida adeguata .

Se non si allena la resistenza lattacida attraverso l’applicazione in esercizi che obbligano il motore (apparato cardio circolatorio e respiratorio) e di conseguenza anche la carrozzeria (apparato muscolare) a lavorare in condizioni critiche, l’atleta non sarà in grado di performare.

Detto questo, mi soffermerei sul concetto di potenza; la prima cosa che mi sento di affermare è che nel cross moderno, come del resto ormai in tutti gli sport di endurance, è richiesta una grande fisicità.

Pur essendo importante come detto sopra, essere “leggeri” nella guida, tecnici, abili con il mezzo a scendere e salire, competenti nelle scelte meccaniche , oggi per poter essere nel gruppo e tenersi “vivi nella corsa”, è vitale portarsi da casa i 1000 watt nello strappo e i 350 , poco più poco meno , watt medi normalizzati . Direi che questi parametri sono il “ minimo” per poter essere competitivi a buoni livelli.

Attenzione, sto parlando di potenza non di forza, la linea di demarcazione tra le due caratteristiche è sottile ma estremamente diversa.

Insomma, non serve fare indigestione di SFR per acquisire potenza, i newton, che rappresentano la forza, non sono i watt !

Per costruire potenza serve velocità, serve la rapidità del gesto motorio, serve un RPM elevato mentre si spingono i rapporti.

Quindi non fossilizziamoci in allenamenti con pedalate in salita a basso regime e in specifiche sedute in palestra alla pressa e alla leg-extension , o meglio non fermiamoci a questo , completiamo la costruzione trasformando questa capacità condizionale di forza resistente e sub massimale in rapidità del gesto , in velocità, in esplosività , solo così potremmo far crescere il wattaggio, solo così potremmo diventare protagonisti nella bagarre delle due ruote nel fango ...e non solo le due ruote ...( l'atleta èlite di "Studio Rx lab " Fabio Zampese in azione ) .